
Il vino italiano ha scoperto l’e-commerce, una nuova opportunità per far fronte alla crisi dovuta al Covid-19. Se fino a poco fa le vendite di vino online erano solo una percentuale piuttosto esigua, in seguito al lockdown imposto per far fronte al nuovo Coronavirus, sono riuscite a conquistarsi una buona fetta di mercato.
Quello che era un elemento di crisi è riuscito a diventare un punto di forza nel settore vinicolo italiano e a tenere a galla i fatturati. In realtà era una novità nell’aria da tempo ma si è riusciti ad approfittare della chiusura forzata per spingere la clientela a provare, ed apprezzare, le vendite online.
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Le soluzioni sono le più diverse e vanno dagli e-commerce dedicati, alle vendite su piattaforme dedicate al vino. Diciamo che la pandemia ha dato una piccola spinta riuscendo ad accelerare i tempi e facendo avvicinare al mondo delle vendite online anche i clienti più restii.
In Italia il giro di affari ha fatto segnare aumenti che hanno davvero dell’incredibile! Tannico ha dichiarato un +100% nel primo mese di lockdown! Un trend positivo che vanta una crescita costante anche a fine (si spera) pandemia. Vino75 è passato da 1.700 a 10.000 bottiglie vendute al giorno, per un volume di affari triplicato.
Adesso il lockdown è quasi finito, si prova a tornare, pur con tutte le precauzioni del caso, alla normalità, bar e ristoranti provano a riaprire, almeno in Italia, aspettando che riaprano la frontiere e che possa ripartire, così, anche il turismo. Sul lungo periodo, sarà però una normalità diversa, in cui l’e-commerce uscito dalla nicchia, peserà almeno per il 5% dei fatturati delle grandi aziende del vino italiane.
L’online è destinato a rimanere, questa crisi non ha fatto altro che accelerare un percorso già iniziato.
Aste per svuotare le cantine
Le vendite online hanno registrato un picco e sono sicuramente servite a tamponare la crisi dovuta al Covid. Ma non sono l”unica strategia messa in atto dagli imprenditori messi alle strette dal lockdown. Le aste per vendere il vino e svuotare le cantine piene dei ristoranti sono il frutto dello spirito di adattamento e dell’inventiva in campo di marketing di molti, intraprendenti, addetti al settore. Ma anche vendita diretta o vino in conto vendita… Insomma tutte soluzioni alternative per riuscire a far fronte alla crisi causata dal Covid 19.

Inutile dirlo, la riapertura di bar e ristoranti è lenta e faticosa. A causa delle norme sul distanziamento ogni ristorante può accogliere un numero esiguo di clienti. Una riduzione che porta ad un fisiologico calo delle vendite e i locali si ritrovano le cantine piene di vino. Ma come far fronte agli ingenti danni dovuti alle cantine piene di bottiglie?
La rotazione dei vini nei ristoranti
Doverosa premessa: per continuare a portare avanti un servizio di qualità è importante garantire la giusta rotazione in modo da poter accogliere le nuove annate in commercio e da poter mettere in carta i vini più estivi come i bianchi e bollicine.
Ecco dunque che si ricorre alle aste. prezioso canale di vendita, soprattutto perché in grado di dare la giusta priorità alle bottiglie di maggior pregio.
La Gelardini & Romani Wine Auctions, ha organizzato un’asta di vini a Hong Kong, in sinergia con la casa d’aste Finarte, con centinaia di collezionisti e operatori asiatici importanti.
Raimondo Romani, che ne è alla guida insieme a Flaviano Gelardini, ha raccontato che
“quello delle vendite enoiche è un canale ancora poco battuto dalla ristorazione, che garantisce, invece, il giusto riconoscimento del valore, fatto da un mercato di appassionati e collezionisti sempre più “assetati” di grandi etichette italiane. E allora, in un momento come questo, sia per fare spazio che per avere liquidità, il mondo delle aste potrebbe dare le giuste risposte”.
Vino italiano: la vendita diretta funziona, soprattutto all’estero!
Il vino italiano piace sempre di più anche in ambito internazionale. Ecco perché la vendita diretta si è rivelata un’ottima soluzione. Ovviamente in combo con l’ormai indispensabile take away ed il delivery.
Vino in conto vendita per far fronte alla crisi
Quella del vino in conto vendita non è una tecnica per vendere ma di acquisto.
L’idea è della start-up The Winesider ed è davvero innovativa perchè permette al ristoratore di pagare solo le bottiglie vendute. Senza contare poi che, compreso nel servizio, c’è anche una preziosa consulenza e la possibilità di personalizzare la winelist.
Il vino in conto vendita diventa dunque una buona strategia di acquisti e vendite in grado di supportare i ristoranti italiani durante la ripartenza nella “Fase 2”.
L’app, secondo i promotori, garantisce quindi una semplice ed efficace gestione in tempo reale della cantina, riducendo il volume di stoccaggio e cancellando il rischio di non disporre di uno dei vini della carta.
The Winesider garantisce la consegna quando ce n’è bisogno, evitando rotture di stock, ma senza congestionare il magazzino. Una formula che ha già fidelizzato molti clienti e che sta crescendo in modo esponenziale.
Sono davvero tante le iniziative intraprese dai ristoratori per cercare di resistere ed evitare la chiusura. Si auspica un aiuto concreto anche da parte dello Stato in modo da portare avanti un settore di cui l’Italia può vantarsi in tutto il mondo.

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