Il throwing è una tecnica di miscelazione che negli ultimi anni ha trovato larghi consensi tra i bartender di tutto il mondo, ma che ha origini molto antiche. Le popolazioni asiatiche la utilizzavano e la utilizzano ancora oggi per raffreddare il tè caldo.
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Anche in Spagna, questa tecnica era conosciuta ed utilizzata nel rituale del “venenciar del vino de Jerez”: la” venencia” è un piccolo contenitore cilindrico collegato ad una lunga e sottile asta metallica che viene introdotta all’interno della botte di sherry per estrarne una parte di liquido destinata all’assaggio. La versata si esegue distanziando il bicchiere dalla “venencia” e lasciandovi cadere dentro il liquido in modo che il liquido si ossigeni maggiormente e sviluppi i suoi aromi, odori e sapori.
Per fare il throwing si utilizzano un mixing tin, un half tin ed uno strainer (julep oppure hawthorne ).
Si versano tutti gli ingredienti all’interno del mixing tin, si inserisce il ghiaccio e poi lo strainer per evitare che il ghiaccio durante l’esecuzione del throwing cada. A questo punto, si versa il drink dal mixing tin all’interno dell’half tin. Quando il liquido inizia a scendere per rendere la tecnica più scenografica è necessario allontanare i due tin per creare una sorta di effetto “cascata”. Una volta che tutto il drink è stato versato all’interno dell’half tin, questo deve essere subito versato nel mixing tin per ripetere l’operazione dall’inizio.
Quante volte deve essere ripetuta questa sequenza?
Il numero di passaggi da effettuare è a discrezione del bartender, tuttavia tutti i bartenders sono d’accordo sul fatto che 4/5 passaggi sono più che sufficienti.
Il throwing è una tecnica di miscelazione fondamentale e indispensabile nel lavoro del bartender?
Assolutamente no! Ne abbiamo fatto a meno per tanti anni e potremmo tranquillamente “sopravvivere” anche senza.
Il motivo per cui questa tecnica è tornata prepotentemente di moda, è semplice…fare il throwing è una figata e fa molto figo! Non affannatevi a voler trovare a tutti i costi motivazioni ancestrali per giustificarne l’uso e spesso abuso.
Da un punto di vista tecnico il motivo per cui si dovrebbe utilizzare questa tecnica è quello di modificare la consistenza o texture, ma il throwing non è paragonabile alla shakerata. C’è chi sostiene sia una tecnica di miscelazione da collocare tra quella “Shake & Strain“ e quella “Stir & Stain”.
Io personalmente credo che il throwing sia divertente da fare e piacevole da vedere, ma da un punto di vista tecnico inutile se non in rarissime eccezioni. Inutile perchè se devo fare e dare spettacolo faccio flair!
Sono dell’idea che in miscelazione, si possa fare tutto ed il contrario di tutto se il risultato finale è apprezzabile. La cosa bella del lavoro del bartender è proprio legata alla possibilità di dare spazio alla propria creatività e alla possibilità di re-interpretare le ricette in chiave personale. Per cui se volete usare il throwing per fare un Negroni o il Boulevardier, fate pure…ma ripeto: non affannatevi a voler trovare a tutti i costi motivazioni chimiche, fisiche, matematiche per giustificare l’uso e abuso ti tale tecnica.
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