Prosecco versus Prosek, la querelle Italia-Croazia

Prosecco

Italia – Croazia: la querelle sul Prosecco che fa ancora discutere. La discordia nasce nel momento in cui i produttori croati del Posek, un passito, hanno ben pensato di chiedere il riconoscimento del nome.

L’Europa non ha respinto la domanda e, in difesa dell’eccellenza vinicola italiana, sono scesi in campo anche scozzesi, francesi e, addirittura, messicani.

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Le etichette croate puntano a fregiarsi del nome Prosek e questo potrebbe essere un forte smacco per la nomea del prestigioso vino italiano. Il Prosecco ha un giro d’affari che supera i 2 miliardi di fatturato con più di 600 milioni di bottiglie.

La questione è seria e non a caso sono scesi in campo Governo, regioni e partiti.

Il tema infatti non è da sottovalutare perché la verità è che si tratta di un primo segnale di qualcosa di più. In pratica ci sono in ballo eventuali provvedimenti che potrebbero mettere in discussione le risorse Ue per la promozione all’estero del vino. Ma non solo! Si continuerebbe su questa strada arrivando a nuove imposizioni fiscali e divieti al consumo.

Prosecco e prosek

Quali sono le differenze tra i due prodotti? vediamole insieme!

Il prosecco

Il Prosecco è un vino spumante (ma può essere anche frizzante o fermo) raccolto sotto una Denominazione di origine controllata (prosecco Doc), e due Docg (Prosecco di Conegliano Valdobbiadene Docg e Asolo Prosecco Docg).

Prosek

Il croato Prošek è, invece, un vino dolce tipo passito. Viene prodotto in una zona molto limitata della Dalmazia, in un numero esiguo di bottiglie. Si ottiene dalla spremitura di uve messe a seccare al sole e quel che ne risulta è un vino corposo, dai colori intensi, molto profumato e con una quantità ancora elevata di zuccheri residui. 

Prosecco contro Prosek, cosa succede?

Tutto è iniziato a giugno, quando è stata chiesta la pubblicazione della domanda nella Gazzetta Ufficiale europea. Nel mese di settembre 2021 la domanda è effettivamente stata inserita dalla Commissione che ha ritenuto non ci fossero ostacoli. 

Attenzione, però, non è un via libera della UE al riconoscimento del Prosek; si tratta solamente di una domanda di autorizzazione!

Maurizio Gily su Mille Vigne spiega così cosa succederà nell’immediato futuro:

In realtà appare estremamente improbabile che la UE riconosca al Prošek il diritto di mantenere questo nome. Infatti in base alle norme comunitarie “vince” il nome di territorio e Prosecco è un’indicazione geografica, grazie all’escamotage del disciplinare che fa riferimento al paese di Prosecco. Prošek, oltre al fatto di “arrivare dopo” nella richiesta di una tutela, il che già non è poco, non è un nome geografico: quindi, se viene riconosciuta l’assonanza con il nome Prosecco, come pare inevitabile, non può essere autorizzato. Si ripete, a parti invertite, il caso Tokaj-Tocai: in quel caso vinse l’Ungheria, per lo stesso motivo per cui vincerà il Prosecco. Fanno bene i nostri rappresentanti a impegnarsi per questo risultato, ma a dire il vero non pare affatto una battaglia complicata: mentre quella sul Tocai provocò analoga agitazione ma, in quel caso, era palesemente persa in partenza.

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