Quante volte, seduti al bar con un cocktail in mano durante l’aperitivo, ci siamo ritrovati a prendere qualche salatino, mandorle o noccioline da una ciotola? Questi stuzzichini sono diventati una presenza irrinunciabile dell’aperitivo, e sebbene possano sembrare una strategia per stimolare ulteriormente la sete, c’è un fatto certo: un aperitivo che si rispetti non può prescindere dai suoi accompagnamenti croccanti.
Tuttavia, ci siamo mai chiesti se quella ciotola non sia stata toccata da mani sporche di altri avventori? Chi ci assicura che nel barattolo non siano finite le dita di chi, dopo una visita al bagno, non si sia lavato adeguatamente?
Un’inchiesta condotta nel 2003 dall’Evening Standard di Londra, che ha esaminato campioni di noccioline in sei bar della capitale, ha rivelato che quattro di essi contenevano enterobatteri, noti indicatori di contaminazione fecale.
E non finisce qui: test successivi hanno svelato che il vero campione di contaminazione non erano tanto le noccioline, quanto il ghiaccio! Uno studio del gennaio 2010 condotto dalla Hollins University di Roanoke, in Virginia, ha trovato batteri coliformi in metà dei drink serviti in novanta locali. Questo evidenzia una preoccupante contaminazione fecale.
La causa di tali problemi risiede nelle abitudini igieniche delle persone. Nel 2000, l’American Society for Microbiology ha svolto un sondaggio su un campione di mille persone riguardo alla loro routine di lavaggio delle mani dopo aver usato un bagno pubblico, e il 95% ha affermato di lavarsi le mani. Tuttavia, i ricercatori, insoddisfatti di queste risposte, hanno installato telecamere nascoste per osservare il comportamento reale: solo il 38% degli intervistati si lavava effettivamente le mani.
Speriamo che nel tempo le abitudini igieniche siano migliorate, ma per il bene di tutti, ricordiamoci di lavarci le mani… e non solo quelle!