
I cocktail più famosi al mondo hanno nomi esotici, vocativi, misteriosi… Spesso la loro origine è incerta ma è altrettanto vero che l’aura di mistero che li circonda contribuisce ad incrementarne il fascino.
Scopriamo insieme l’origine dei nomi di alcuni dei cocktail più famosi al mondo.
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Mojito
Il Mojito, il cocktail più famoso a Cuba, fu inventato da Sir Francis Drake, il famigerato corsaro di sua maestà la regina Elisabetta I che realizzò una delle prime circumnavigazioni del globo. Si narra che per assalire navi, depredare le coste e trafficare gli schiavi ci volesse coraggio. Sulle navi di Francis Drake il coraggio liquido veniva servito col nome di “El Draque“, (il soprannome latino del pirata).
Se la storia del Mojito è decisamente avventurosa, la nascita del suo nome è invece piuttosto lacunosa e senza certezze.
C’è chi sostiene potrebbe derivare da mojo, una salsa cubana a base di agrumi. C’è invece chi sostiene che il nome derivi dal termine spagnolo mojadito, che vuol dire umido. Un’altra teoria ne attribuisce l’origine dalla parola vudù mojo, che indica un oggetto dai poteri magici.
Bellini
Fu Giuseppe Cipriani, fondatore dell’Harry’s Bar di Venezia a creare il Bellini. Nel 1949 realizzò per primo il famosissimo mix di succo di pesca e prosecco e lo chiamò Bellini in onore del pittore Giovanni Bellini, il Giambellino. Si racconta che Cipriani si ispirò alla mostra di Bellini che si stava tenendo a Palazzo Ducale. Lo chiamò in questo modo per via del colore rosato, che gli ricordava quello della toga di un santo, presente in un dipinto.
Spritz
Lo Spritz nasce negli anni ’20 e da allora rimane uno dei cocktail più amati. Il suo nome deriva dal tedesco spritzen, che significa ‘spruzzare, allungare’. Va attribuito all’usanza dei soldati austriaci, che occupavano l’ex Repubblica di Venezia, di allungare i vini veneti con acqua frizzante. Da qui, il cosiddetto vin sprizato. Successivamente si aggiunse l’Aperol creando il cocktail Spritz.

Pirlo
Se vi trovate in quel di Brescia e avete l’irrefrenabile voglia di farvi un aperitivo, la parola d’ordine è Pirlo, il cocktail simbolo della città, un immancabile componente delle serate bresciane.
Il nome Pirlo, non ha nulla a che vedere con il calciatore, tra l’altro bresciano, ma deriva dal dialetto bresciano e più precisamente dal modo di dire “ho fatto un pirlo” per indicare una caduta non traumatica per terra. Nel cocktail si fa riferimento alla caduta del Campari nel vino bianco secco.
La ricetta è molto semplice: vino bianco fermo, Campari (o Aperol volendo, ma per molti bresciani è un’eresia) e poi acqua gassata. Come decorazione una scorzetta di limone, spesso sostituita da una fetta di arancia.
Caipirinha
Il nome del cocktail Caipirinha trae la sua origine dal portoghese caipira, che significa contadino. Non a caso nacque proprio nelle zone rurali del Brasile. Si tratta di un cocktail a base di cachaça, un distillato del succo estratto dalla canna da zucchero, un tempo considerata bevanda povera proprio perché inizialmente veniva ricavata dagli scarti di produzione dello zucchero.
Mary Pickford
Il cocktail è un omaggio all’attrice Mary Pickford, venne creato al bar dell’hotel National di Cuba nel 1920. Arte spettacolo e cinematografia spesso si intrecciano con i classici del beverage dando vita alla tradizione di dedicare un particolare cocktail all’immagine di una grande attrice, in questo caso parliamo di un’icona del cinema muto americano
Mary Pickford, pseudonimo di Gladys Louise Smith (Toronto, 8 aprile 1892 – Santa Monica, 29 maggio 1979), è stata un’attrice canadese.
Cofondatrice dello studio cinematografico United Artists e uno dei trentasei fondatori dell’Academy of Motion Picture Arts and Sciences, conosciuta come “Fidanzatina d’America”, “Piccola Mary” e “La ragazza con i riccioli”, fu una dei pionieri canadesi degli esordi di Hollywood e un personaggio significativo nell’evoluzione del cinema. Da lei nasce questo cocktail creato a San Francisco da un Barman che volle celebrarne la sua bellezza mixando con classe Rum, succo d’ananas, maraschino e granatina.
Negroni
Il cocktail Negroni fu ideato dal conte fiorentino Camillo Negroni negli anni ’20. Il conte era un assiduo frequentatore dello storico Caffè Casoni di via Tornabuoni, a Firenze. Amava richiedere una variazione all’aperitivo Americano facendo sostituire il seltz con il gin. Questa nuova versione divenne nota come Americano alla moda del conte Negroni.

E il nome cocktail come è nato?
Il primo uso documentato della parola ‘cocktail‘ risale al lontano 1806. Per la prima volta venne utilizzata in modo documentato su un giornale che pubblicò un articolo di politica. Un candidato politico statunitense, tra i costi della sua campagna elettorale dichiarò una spesa di 25 dollari per aver bevuto e offerto ‘cocktail‘. Leggendo la notizia sul Balance and Columbian Repository, un giornale di Huston, un lettore curioso chiese cosa fosse questo drink e l’editore rispose: “Una bevanda stimolante composta da superalcolici di vario tipo, zucchero, acqua e amari”.
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